NAVIGATOR: I PRIMI RISULTATI
Trascriviamo da alcuni annunci di ricerca di lavoro postati in rete:
– Ragazzo molto lento cerca lavoro part-time da svolgere a tempo pieno
– Operaio agricolo cerca lavoro terra terra
– Pastore protestante cerca lavoro in un gregge di pecore nere
– Killer disoccupato cerca qualcosa per ammazzare il tempo
– Ragazza di facili costumi cerca lavoro solo a carnevale
– Equilibrista esperto cerca impiego stabile
– Trapezista cerca esagono per uscire dalla solita routine
– Se vi serve una persona veloce, scattante e con molta voglia di lavorare, assumetemi e vi darò una mano a cercarla
Lasciamo allora parlare Pirandello: “Le assurdità della vita non hanno bisogno di parer verosimili, perché sono vere. All’opposto di quelle dell’arte che, per parer vere, hanno bisogno d’esser verosimili. E allora, verosimili, non sono più assurdità.» Il grande scrittore difendeva con queste parole il suo “Fu Mattia Pascal” dall’accusa di inverosimiglianza per le rocambolesche avventure del protagonista, ancora vivo dopo essere “morto” due volte. A volte il confine tra finzione e mondo reale sembra difficile da stabilire.
Prendiamo a questo proposito i risultati prodotti dal reddito di cittadinanza. Come si ricorderà questo provvedimento aveva sostanzialmente due valenze: uno di supporto economico alle fasce più deboli della popolazione, l’altra di politiche attive del lavoro. Non vogliamo fare alcuna considerazione sulla legge per la sua valenza di lotta alla povertà. Io qui vorrei porre attenzione solo ai risultati relativi all’impatto sul mercato del lavoro.
L’Agenzia Nazionale per le politiche attive del Lavoro (ANPAL) ha, infatti, fornito alcuni dati su cui vale la pena soffermarsi. Le famiglie che percepiscono il reddito di cittadinanza sono 1,2 milioni, pari a 2,419 milioni di persone. Di questi, 908 mila sono quelli tenuti a recarsi ai Centri per l’impiego per sottoscrivere il patto di servizio per poter essere ricollocati. Finora i sottoscrittori sono stati solo 500 mila. A febbraio di quest’anno 65mila persone autonomamente avevano trovato lavoro. Tra questi solo 13.000 in a tempo indeterminato. Si tratta dell’1,4%: una percentuale minore alla “naturale ricollocazione” nel mercato del lavoro.
Teniamo conto che l’elenco dei percettori del reddito di cittadinanza non è a disposizione delle imprese che li volessero assumere, né esistono schede delle competenze a disposizione delle imprese che ne facessero richiesta. Anpal non ha fornito né il numero delle imprese contattate né la quantità dei contratti effettivamente intermediati, per cui non possiamo far altro che dar voce ai dati informali che trapelano per vie traverse. Le voci parlerebbero di numeri così risibili da apparire addirittura poco verosimili. Se così non è, invitiamo ovviamente Anpal a specificare quante sono state le imprese private che hanno inserito annunci nella rete di Anpal e quindi quanti sono stati i posti vacanti effettivamente intermediati dai navigator.
Per quanto di nostra conoscenza, sembra comunque che l’elefante abbia partorito il classico topolino. Il problema che l’elefante nel triennio ci costa più di 26 miliardi, quanto la somma di tutte le risorse dedicate alle grandi opere e alle infrastrutture (15 miliardi) e alla ricerca (11mld). E poi ditemi se Pirandello non aveva ragione…!