DUE AMICHE SI CONFIDANO…
Due amiche si confidano:
– Allora, è andata bene la tua serata di San Valentino?
– No, per niente; è stato un vero disastro. Mio marito è arrivato a casa, in quattro minuti ha ingurgitato la cena che avevo preparato con cura durante tutto il pomeriggio, ha fatto l’amore con me in tre minuti, si è girato su un fianco e dopo due minuti dormiva già. E tu?
– Oh, la mia serata è stata incredibile! Quando sono arrivata a casa mio marito mi attendeva sulla porta e mi ha invitata ad una cena romantica. Poi dopo la cena abbiamo fatto una passeggiata di un’ora. Tornati a casa ha acceso tutte le candele che c’erano in casa ed ha iniziato con i preliminari che sono durati un’ora! Poi abbiamo fatto l’amore durante un’altra ora! Infine abbiamo discusso per un’altra oretta. È stato tutto meraviglioso!
Nel medesimo tempo i due mariti discutono tra di loro:
– Allora la tua serata di ieri? Tutto bene?
– Sì … fantastica .. Quando sono tornato a casa la cena era pronta. Ho mangiato, abbiamo fatto l’amore e mi sono addormentato. E tu?
– Per me è stato l’inferno!Sono tornato a casa presto per riparare l’armadio in cucina. Al momento di avviare il trapano è saltata la corrente elettrica ed è stato impossibile riattivarla. Quando lei è tornata a casa l’ho portata a cena al ristorante altrimenti si sarebbe arrabbiata nera. La cena è stata talmente cara che non avevo più soldi per il taxi e quindi ci siamo dovuti sorbire una camminata di un’ora per rientrare a casa. A casa poi per via della mancanza di elettricità ho dovuto accendere delle dannate candele dappertutto perché non c’era ancora la corrente elettrica. Questa storia mi ha così indisposto che non riuscivo neanche a fare l’amore e il tutto è durato l’infinito… Alla fine ero così nervoso che non riuscivo a prendere sonno e durante tutto ‘sto tempo lei non ha fatto che parlare, parlare, parlare ….
Le organizzazioni non sono così lontane da quello che succede nelle dinamiche di coppia. Persone diverse s’incontrano, apparentemente tutto dovrebbe essere improntato alla razionalità del business, gli sforzi dovrebbero essere concentrati verso obiettivi comuni, le regole dovrebbero essere chiare e condivise, e così via di banalità in banalità.
La realtà della vita organizzativa, come noto, è assai diversa. Tutto gli sforzi del management, quando volgono lo sguardo all’interno della propria organizzazione, sono focalizzati nel cercare di capire i punti di vista dell’altro e nel consentire che le persone possano lavorare minimizzando le distorsioni provocate dalle dinamiche interpersonali.
Questo il motivo per cui sempre di più si richiede a chi guida le organizzazioni non solo preparazioni tecnica ma anche vicinanza all’altro, buon senso e maturità personale, capacità di costituire un esempio per tutti. E’ il management delle piccole cose, che si contrappone all’epica giornalistica del manager condottiero, l’uomo che con i suoi colpi di genio riesce a imprimere alle organizzazioni svolte impossibili ai più. Non lasciamoci ingannare da questi falsi miti. Certo, i grandi condottieri esistono e ben vengano. Ma la realtà del sistema economico è fatto dalle migliaia di piccole e grandi imprese che vivono, producono e danno lavoro grazie non ai grandi condottieri ma al lavoro serio, costante e umile di chi “ci mette la faccia”. La qualità è sempre nei dettagli. Il manager di valore si esprime sempre nella capacità di applicare tecnologie e metodiche d’avanguardia con l’umiltà di chi ha voglia di capire l’altro e sa come valorizzare al massimo le sue competenze. A proposito del valore dei diversi punti di vista, mi viene in mente una nota di Shel Silverstein che voglio condividere con voi:
“Un giorno chiesi alla zebra
sei una zebra bianca con strisce nere
o sei nera con strisce bianche?
La zebra guardandomi mi chiese:
sei tu un uomo agitato con alcuni istanti tranquilli
o sei un uomo tranquillo con alcuni attimi agitati?
Sei un tipo trasandato con alcuni modi ordinati
o sei un tipo ordinato con alcune cose trasandate?
Sei un uomo felice con alcuni attimi di tristezza
o sei triste con alcuni momenti di felicità?
Non chiederò mai più alla zebra delle sue strisce.”
Seguimi su www.paoloiacci.it