SIAMO STUDENTI O PICCOLI RADICAL CHIC ?
«Siamo studenti, non siamo operai». Questo il più significativo slogan della protesta studentesca contro l’alternanza scuola – lavoro prevista dall’ultima riforma della scuola. «Piccoli snob radical-chic monopolizzano i movimenti degli studenti contro il loro futuro. Chiedano scusa agli operai che a differenza loro sanno quanto paghiamo gli anni di ritardo sull’alternanza studio-lavoro». Con questo tweet ha risposto Marco Bentivogli, il segretario generale della Fim Cisl.
Noi siamo cresciuti con l’epica della classe operaia, oggi nelle zone più ricche del Pese questa è composta per lo più da emigranti. Due milioni di domande per un posto da bidello precario ma nessuna per un posto da operaio semplice nelle fabbriche venete. La nuova classe operaia italiana è nei call center e i laureati in discipline cosiddette “deboli” sono fianco a fianco con persone con la terza media.
Il problema della riforma non è l’alternanza scuola – lavoro, ma, al contrario, il fatto che ancora non funziona come sarebbe auspicabile. Di alternanza ce ne vorrebbe di più, non di meno. Esattamente come in Germania e in tutti i paesi nordici. Ma più in generale tutto il nostro sistema formativo è lontano dalle esigenze del mondo che cambia, sia quello accademico, sia quello professionale sia ancora quello dei sistemi di riconversione destinati a chi sta cercando un posto di lavoro.
I piccoli radical chic di oggi di questo passo rischiano un ben triste call center domani.
(www.paoloiacci.it)
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