ABOLIAMO GLI SCATTI DI ANZIANITÀ

 da blog di paolo iacci

Tra la retribuzione media di un giovane under 30 e quella di un senior over 60  c’è una differenza del 60%. È una differenza eccessiva, quasi il doppio che nei Paesi nostri concorrenti. I giovani non entrano nel mercato del lavoro e anche a fronte di una disoccupazione dilagante non accettano posti in fabbrica, ormai appannaggio quasi esclusivamente degli extra-comunitari.

I nostri giovani, inoltre, hanno una retribuzione d’ingresso troppo bassa rispetto quella di pari grado che possono ottenere all’estero. Se andiamo avanti così rischiamo di non riuscire a frenare questa migrazione di massa.

I senior che perdono il posto di lavoro, inoltre, se vogliono ritrovarlo comunque si ripresentano sul mercato del lavoro auto – abbassandosi lo stipendio. Gli scatti di anzianità li mettono fuori mercato. A costo zero per le imprese, meglio allora aiutare le categorie più basse, rendere un poco più allettanti le retribuzioni d’ingresso e abolire d’ora in avanti gli scatti d’anzianità.

Questo istituto contrattuale è il retaggio di un sistema di relazioni industriali bloccate a livello decentrato, che non riusciva a collegare retribuzione ad esperienza. Una volta in genere non si cambiava azienda e c’era poca dinamica salariale. Ormai da alcuni decenni non è più così. Le persone cambiano posto di lavoro più volte nel corso della loro carriera, il mercato del lavoro è molto più intenso di un tempo e sempre più cresce una richiesta anche dal basso di collegamento tra merito e retribuzione.

Occorre rendere più appetibile il settore privato agli occhi dei giovani e meno forte la differenza retributiva tra le generazioni. Convogliare i costi degli scatti d’anzianità sulle categorie più svantaggiate significa aiutare le fasce più deboli e spingere i consumi di base.  Occorre poi ridare vigore alla contrattazione decentrata consentendo una negoziazione tra le parti che preveda premi legati alla produttività individuale o di piccolo gruppo. Non si deve aver paura di abolire un meccanismo contrattuale normalmente non previsto negli altri Paesi e che appare ormai obsoleto. Questa abolizione non si deve però tradurre in un risparmio sic et simpliciter per le imprese ma deve essere ridistribuito a favore della categorie più basse e dei giovani, affinché siano meno tentati dalla migrazione verso terre lontane.

 

 

 

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