Se i coniugi non vivessero insieme, i buoni matrimoni sarebbero più frequenti

 da HR ONLINE

Una coppia è appena rientrata dal viaggio di nozze. Ad un certo punto suonano al campanello, la donna scende le scale e va ad aprire la porta. È Giorgio il vicino di pianerottolo e prima che lei possa dire qualcosa lui le dice:

– Ciao! Ho una bellissima proposta per te! Ti do 5.000 euro adesso in contanti se vieni da me immediatamente e facciamo l’amore. Una cosa velocissima, dai!

Lei ama molto il marito ma dopo un matrimonio le spese sono tante e così, senza pensarci troppo, accetta la proposta. Dopo brevissimo ritorna a casa un po’ sconvolta, con qualche senso di colpa ma soddisfatta per la piccola fortuna guadagnata.

In quel mentre il marito sta uscendo dalla doccia.

– Ciao, dov’eri finita?
– Scusami, avevano suonato alla porta…
– Chi era?
– Era Giorgio
– Finalmente! Ti ha restituito i 5.000 ero che gli avevo prestato?

Il matrimonio è una cosa seria e perché funzioni ci dev’essere forte integrazione e dialogo continuo.

La barzelletta mi è venuta in mente riflettendo sui primi atti di Landini come segretario CGIL.

“Le ragioni storiche, politiche e partitiche che portarono alla divisione tra i sindacati italiani non esistono più. Oggi possiamo avviare un nuovo processo di unità tra Cgil, Cisl e Uil”. Lo ha detto in questi mesi a più riprese Maurizio Landini dopo la sua nomina a segretario generale della Cgil. Un nuovo sindacato unitario che nasca “dal basso, dalla partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori iscritti e non, assecondato dalle scelte dei gruppi dirigenti… Perché non deve essere un’operazione degli apparati burocratici ma una costruzione voluta dalla gente, dalle lavoratrici e dai lavoratori”. Landini immagina che i tempi per arrivare all’unità tra Cgil, Cisl e Uil “siano adesso. È ora che c’è una richiesta perché nel lavoro e nella società si costruisca una risposta alla frantumazione dei diritti e dei processi produttivi. In questo quadro va rafforzato il ruolo del sindacato e della contrattazione nei luoghi di lavoro. Il sindacato deve allargare gli spazi della sua rappresentanza, dobbiamo sempre più far entrare nelle nostre sedi e nelle nostre piattaforme rivendicative i nuovi lavori, le differenze di genere, l’attenzione per l’ambiente”. I tempi del Landini in Fiat sembrano decisamente lontani.

Sull’unità sindacale Bentivogli, segretario FimCisl aggiunge: “Nonostante le profonde divisioni di visione penso che le ragioni che nel dopoguerra hanno dato vita a Cgil Cisl Uil non siano più attuali. L’unità però deve produrre avanzamenti. Quando si è uniti per star fermi o in retromarcia meglio non allontanarmi mai dal merito e difendere la nostra gente, proprio come abbiamo fatto questo mese su lavoro e previdenza… Serve una semplificazione del quadro sindacale all’interno delle confederazioni, come è avvenuto in tutta Europa riducendo il numero delle categorie e nel numero delle sigle sindacali… La Cgil talvolta è ancora imprigionata in un’idea del lavoro e del sindacato le cui difficoltà sono accentuate dall’essere orfane di un rapporto organico con un partito di dimensioni degne di una grande confederazione.”

Personalmente credo che tutto ciò che possa dare spazio alla ripresa di un dialogo costruttivo nel mondo del lavoro sia sempre e comunque utile. Il sindacato è forse l’ultima forma di rappresentanza di massa della 1° Repubblica che ancora sopravvive: in generale, chi gestisce le risorse umane nelle organizzazioni trova utile avere riscontro in organi intermedi purché questi riescano davvero ad interpretare gli interessi e gli umori dei loro rappresentati.

In questi anni abbiamo visto il sindacato perdere terreno nelle imprese, irrigidirsi talvolta in atteggiamenti burocratici, altre volte perdere il polso dei lavoratori. Si sono trovati a giocare sulla difensiva prima con i Renzi e oggi con Salvini e Di Maio. Un grande progetto unitario potrebbe ridare impulso e prospettiva per un ruolo propositivo del sindacato purchè ne sappia approfittare per lanciare una grande riforma interna e un ripensamento radicale del proprio ruolo. L’unità sindacale è un’idea forte in grado di aggregare. Si tratta però di capire su cosa si potrebbe fondare la nuova unità tra Cgil, Cisl e Uil.

Perché, fatta l’unità, bisogna poi vivere insieme giorno per giorno. E, come diceva Friedrich Nietzsche “se i coniugi non vivessero insieme, i buoni matrimoni sarebbero più frequenti”. Ma così non è…

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