Il sessantenne signor Rossi…

 da HR ON LINE

Il sessantenne signor Rossi…

Il sessantenne Signor Rossi e sua moglie, rimpiangendo i giorni lontani della loro gioventù, decidono di visitare l’ufficio dove si sono incontrati la prima volta. Cercano l’albero davanti al portone dove avevano inciso il cuore con le loro iniziali e la mente va a quel tempo lontano…

Sulla strada di casa trovano una borsa piena zeppa di soldi e, senza pensarci due volte, se la prendono.

Il giorno seguente due poliziotti suonano alla porta dei Rossi:

“Stiamo chiedendo a tutte le persone che abitano da queste parti se per caso ieri hanno trovato una borsa piena di soldi.”

La donna nega, ma in quel mentre arriva il marito in preda ai sensi di colpa:

” Si…l’abbiamo trovata noi.”

“Dovete scusare mio marito,” interviene la signora Rossi “sapete … è vecchio e la testa … capite?”

Ma il marito insiste: “No, sono perfettamente lucido. Ieri mia moglie e io tornavamo dall’ufficio, quando….”

“Capisco,” interrompe il poliziotto “proviamo a chiedere alla casa accanto, perdonate il disturbo!”

Siete proprio sicuri che a sessant’anni si è troppo vecchi per dare ancora qualcosa sul lavoro? Eppure chi per caso o sfortuna ha perso il proprio posto di lavoro non ha nessuna possibilità di rientro. Sicuri che gli stereotipi non ci annebbino la vista, come al poliziotto della barzelletta?

Fa una certa impressione sapere che qualche migliaio di giovani inglesi sotto i 25 anni, intervistati dall’istituto di statistica e dal ministero del Lavoro britannico, ritenga che la vecchiaia inizi a 54 anni, e che la giovinezza finisca a 32, come riportava qualche tempo fa il “Daily mail”. In realtà io credo che la vecchiaia inizi davvero solo quando scompare la voglia di fare e di progettare il futuro. Quando declina l’interesse per gli altri e per il mondo. Quando la depressione, che è purtroppo una fedele compagna dell’ultima parte della vita, inizia a prendere il sopravvento.

Se però, così dimostrano le statistiche, si vive in media 84 anni per le donne e 79 anni per gli uomini, come mai un venticinquenne “percepisce” come vecchia una persona di “soli” 54 anni e anzi a 32 anni si considera già non più “young”? C’è qualcosa che non torna, visto che il mondo occidentale è pieno di donne che diventano mamme a 40 anni (e la maternità è simbolicamente immagine di giovinezza), ed è pieno di ultrasessantacinquenni saldamente produttivi nel mercato del lavoro.

Moltissimo dipende dallo stile di vita, dalle cure a cui si può accedere, dagli interessi che restano vivi e infatti si è visto che i laureati vivono in media sette anni in più di chi possiede soltanto il diploma di scuola superiore. Numeri che in realtà dimostrano quanto avere accesso a buone cure mediche, uno stile di vita sano, passioni e impegni siano un vero e proprio salvavita.

Forse dovremmo cominciare tutti a pensare che a sessant’anni si può davvero iniziare di nuovo. Essere anziani è sempre più una condizione mutevole.

 

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