L’ANALFABETISMO DELL’ANIMA

 da Blog di Paolo Iacci

Mi daranno dello snob, ma non è vero! Come diceva Simone Le Bon, io non sono uno snob. Chiedetelo a chiunque. Cioè, a chiunque conti qualcosa.

Eppure c’è un dato che mi impressiona: secondo la Commissione europea un quindicenne su cinque, in Italia, è semianalfabeta. Cioè privo “delle capacità fondamentali di lettura e di scrittura”. Il fenomeno però si sta allargando. Gli adulti leggono ormai solo in rete. Se prendete la metropolitana guardatevi attorno: qualcuno intento a leggere un libro?! O almeno un giornale?!

Tutti guardano solo le foto, ascoltano video, cercano di capire il senso di pensieri primitivi sbocconcellati in rete.

Nei test Ocse l’Italia registrava il 21 per cento di quindicenni “con scarsi risultati in lettura”. Cioè ragazzi “in grado di svolgere soltanto gli esercizi di lettura meno complessi come individuare una singola informazione, identificare il tema principale di un testo, o fare un semplice collegamento con la conoscenza di tutti i giorni”. Ma questi sono i giovani che studiano! Gli adulti che ormai si cibano solo di mozziconi d’italiano in rete sono disabituati a un pensiero complesso. Le frasi devono essere sempre più semplici e non devono contenere alcun pensiero non riferibile ad un’azione immediata.

Qualsiasi tipo di linguaggio più complesso viene espulso e non compreso dai più. Il 70 per cento degli italiani è sulla via dell’analfabetismo dell’anima. L’adulto medio italiano legge, guarda, ascolta, ma non capisce. Sono incapaci di ricostruire ciò che hanno appena ascoltato, o letto, o guardato in tv e sul computer. Hanno perduto la funzione del comprendere, e spesso – quasi sempre – non se ne rendono nemmeno conto. La loro anima non viene più nutrita dal pensiero altrui, dalla sedimentazione della storia.

Un dato impressionante ce l’ha fatto conoscere ad inizio d’anno l’Istat: il 18,6 per cento degli italiani – cioè quasi uno su 5 – lo scorso anno non ha mai aperto un libro o un giornale, non è mai andato al cinema o al teatro o a un concerto, e neppure allo stadio, o a ballare. Ha vissuto prevalentemente avendo la televisione come strumento informativo fondamentale.

L’adulto medio ormai possiede solo una capacità di analisi elementare: una capacità di analisi, quindi, che non solo sfugge le complessità, ma che anche davanti a un evento complesso (la crisi economica, le guerre, la politica nazionale o internazionale) è capace di una comprensione appena basilare.  Ne consegue non solo l’apotesi della cialtroneria come elemento fondante il dibattito su qualsiasi tema dato, ma soprattutto una pochezza esistenziale che non può che preoccupare.

Che dite? Mi daranno proprio dello snob?!

(www.paoloiacci.it)

 

 

 

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