LA, SCIMMIA, LA LUCERTOLA, IL COCCODRILLO E I TALENTI
Una scimmia, seduta sui rami di un albero, si sta facendo una canna, proprio mentre una lucertola sta passando lì sotto.
La lucertola guarda in alto e dice:”Ehi! Che stai facendo?”
La scimmia: “Sto fumando una canna, sali su e vieni a farti un tiro!”
La lucertola sale, si siede accanto alla scimmia, e si fanno un paio di canne in compagnia.
Dopo un po’ alla lucertola viene sete, così dice alla scimmia: “Aspettami, vado al fiume a bere”.
La lucertola però è così “fuori” che si sporge troppo dalla riva e cade nel fiume.
Un coccodrillo vede la scena, nuota fino alla lucertola e la aiuta a raggiungere la riva. Poi le chiede:”Ma che stai a fare ?”
La lucertola gli racconta che stava su un albero a farsi le canne con una scimmia, si è sballata troppo, aveva sete, è venuta a bere, ma mentre beveva è caduta in acqua.
Il coccodrillo, che non vede di buon occhio il consumo di sostanze stupefacenti, va allora nella giungla, trova l’albero dove la scimmia si sta finendo l’ennesima canna, guarda su molto arrabbiato e urla: ”Hey, tu!”
La scimmia guarda giù e fa: ”Da paura… ma quanta acqua hai bevuto?!?”
Delle volte può succedere che si scambia un coccodrillo per una lucertola. Un po’ com’è successo con la “guerra dei talenti”. La gestione dei talenti è stato uno dei temi di management più di moda in questi anni. Per altro, il tema d’individuare e sviluppare gli “alti potenziali” non era nuovo, ma riprendeva un tema caro a molte imprese già dagli anni ’70. La forte turbolenza dei mercati e la spinta concorrenziale riportava alla ribalta la necessità di individuare le risorse critiche, formarle, motivarle e trattenerle in azienda. Su questa base sono nate selezioni mirate, iter formativi ad hoc, percorsi accelerati di carriera, con relativi compensi. Sulla carta tutto bene. A poco a poco, però, molte imprese si sono accorte che una certa retorica sui talenti stava comportando anche gravi scompensi. Poiché i veri talenti sono pochi e tutti li vogliono, in molti casi si spacciano per “talenti” molti giovani bravi ma assolutamente nella media. Così è successo che alcuni giovani sicuramente promettenti ma ancora un po’ troppo acerbi, sono stati posti in posizioni troppo alte rispetto la loro esperienza e hanno creato i primi danni. In questo modo si sono “bruciati” anzitempo dei giovani di valore e si sono demotivati molti “capelli grigi” che si sono visti scavalcati un po’ troppo precocemente da professionisti bravi ma che avrebbero richiesto un poco di esperienza in più. Nelle buone aziende servono tutti, lucertole e coccodrilli, a patto di non scambiare gli uni per le altre!