POTERE E LIBERTA’
Il filosofo greco Diogene, considerato uno dei fondatori della scuola cinica, stava cenando con un piatto di lenticchie. Lo vide il filosofo Aristippo, fondatore della scuola cirenaica, noto anche per i suoi averi, accumulati grazie ai buoni rapporti con i potenti e con il re.
Aristippo: “Caro Diogene, se tu imparassi ad essere ossequioso con il re non dovresti vivere di robaccia come le lenticchie”.
Rispose Diogene: “Caro Aristippo, se tu avessi imparato a vivere di lenticchie non dovresti vivere adulando il re”.
Cosa vuol dire oggi avere successo, fare carriera?
La carriera è un concetto che si presta a molteplici interpretazioni, spesso intrecciandosi con la percezione personale di successo, autorealizzazione e impatto sul mondo. In un contesto tradizionale, la carriera è stata storicamente associata all’accrescimento di potere. Essa viene vista come un’ascensione, un percorso scandito da promozioni, aumento di responsabilità e prestigio sociale. Questa visione verticale è radicata nella struttura gerarchica delle organizzazioni, dove il progresso si misura in titoli e posizioni. Chi segue questa logica tende a vedere nella carriera una strada verso il comando, il controllo delle risorse e l’influenza sulle decisioni strategiche, con l’idea che ogni passo avanti garantisce maggiore sicurezza e un consolidamento del proprio status.
Tuttavia, negli ultimi anni, si sta affermando una visione diversa, dove la carriera non è tanto una scalata verso l’alto, ma uno sviluppo orizzontale, una ricerca di maggiore libertà e flessibilità. In questo paradigma, l’obiettivo non è ottenere potere sugli altri, ma guadagnare il controllo sulla propria vita. La carriera diventa un percorso di espansione delle possibilità, un modo per acquisire competenze che aprono nuove strade e permettono di scegliere senza vincoli imposti. Questa prospettiva mette al centro l’individuo come soggetto libero di decidere, e non più come ingranaggio di un sistema.
Le differenze tra queste due concezioni non sono soltanto filosofiche, ma si riflettono concretamente nelle scelte e nei comportamenti lavorativi. Chi vede la carriera come un percorso verso il potere tende a privilegiare ruoli che offrono visibilità, responsabilità e opportunità di influenzare gli altri. Questo approccio spesso si accompagna a una dedizione intensa e totalizzante, dove il lavoro diventa una priorità assoluta e i sacrifici personali sono considerati parte integrante del successo. La ricerca di posizioni di comando e prestigio rappresenta, in questo caso, il metro principale di valutazione della propria crescita.
Queste due visioni della carriera non sono necessariamente in contraddizione. Molti cercano di bilanciarle, aspirando a una crescita che combina il riconoscimento sociale con una vita che risponde alle proprie priorità. Tuttavia, è importante notare come fattori culturali, generazionali e sociali influenzino queste scelte. Le generazioni più giovani, ad esempio, appaiono sempre più orientarsi verso la libertà, dando maggiore valore alla flessibilità, al tempo per sé e al significato del lavoro, rispetto all’adesione a modelli tradizionali di successo. La carriera non è un percorso unico, ma una tra modi diversi di vivere il lavoro: può essere un’ascesa verso il potere o un viaggio verso la libertà di scelta. Il vero successo non si misura in titoli o gerarchie, ma nella capacità di costruire una vita professionale in armonia con i propri interessi.
Come disse Theodor Adorno, “La libertà non sta nello scegliere tra il bianco e il nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta.”
Paolo Iacci, Presidente Eca, Università Statale di Milano