L’ARCIPRETE NEL SACCO
Niccolò III, al secolo Giovanni Gaetano Orsini, Papa dal 1277 al 1280, ebbe fama di nepotista e per questo fu posto da Dante nell’Inferno, tra i simoniaci, coloro che offrono beni spirituali in cambio di denaro. Se da una parte approvò la Regola dei francescani, dall’altra sembra indugiasse molto in vari vizi assai mondani, tra cui la caccia.
Forse non tutti sanno che, un giorno, avendo bisogno di un falcone per una partita di caccia, scrisse ad un suo vassallo di montagna usando, com’era ancora d’abitudine, il latino: “ Mittite accipitrem bene ligatum in sacculo” (Mandatemi un falcone bene legato in un sacco).
Il capitano, però, che non capiva il latino, equivocò: preso un arciprete, lo legò dentro a un sacco e lo spedì prontamente al Papa. Questi, vedendosi arrivare un arciprete in quello stato, decise che era ora di semplificare la vita a sé e agli altri.
Da allora il latino fu abolito da tutte le ordinanze militari dello stato Vaticano.
Come si nota, la necessità di semplificarsi la vita non è una questione nuova. Tutte le ultime ricerche ci dicono che le priorità per le imprese sono la semplificazione dei processi e l’ideazione di nuovi prodotti/servizi per battere una concorrenza sempre più accanita, in tutti i settori. Niente di nuovo, si cerca di lavorare come sempre su costi, ricavi e time to market.
Un dato controverso riguarda invece il ruolo della funzione HR. Da un lato sembra aver perso potere, dall’altro la si indica come centrale nello sviluppo della digitalizzazione. Questa, infatti, dipende da alcuni fattori su cui la gestione e lo sviluppo delle risorse umane possono fare molto: il cambio di mindset, l’acculturazione di massa, il reskilling di ampi strati della popolazione aziendale e non solo dei tecnici.
Probabilmente in molti casi i colleghi HR stanno cercando di spingere verso il nuovo, in altri sono ancora legati a vecchie dinamiche aziendali, ormai obsolete. Tra le novità metodologiche che segnalo, l’introduzione del design thinking. Si tratta di una metodologia in grado di stimolare una propria visione originale e innovativa di problemi complessi e trovare soluzioni innovative che mettono al centro la persona. Utilizzata per la progettazione di macchinari, edifici e prodotti innovativi, vedeva normalmente all’opera team misti di design, tecnici, ingegneri e progettisti. Codificata nei primi anni del 2000 all’università di Stanford, in California, questa metodologia ultimamente viene utilizzata anche nell’ideazione di servizi, per la riorganizzazione aziendale e la modifica dell’impostazione di lavoro dei project work.
Si basa fondamentalmente su alcuni principi cardine:
- Creatività: si cerca di attivare quanto più possibile i processi creativi all’interno di gruppi eterogenei per formazione ed esperienza, cercando di minimizzare la paura dell’errore;
- Prototipazione: con questa metodologia non ci si limita a pianificare ex-ante tutti i passaggi per arrivare alla migliore soluzione possibile, ma al contrario si spinge al massimo la realizzazione concreta di un prototipo del prodotto/servizio impiegando tempi e risorse limitate in modo da avere feedback e poterlo migliorare quando ancora non si sono fatti grandi investimenti;
- User contribution: si cerca quanto più possibile di coinvolgere l’utente finale nel processo di miglioramento del prototipo e/o della prima formulazione concreta del nuovo servizio o del nuovo processo che si vuole introdurre. Il punto di vista dell’utente è l’inizio e la fine dell’attività di ridisegno del prodotto/servizio;
- Questa metodologia richiede un’alta tolleranza al rischio e al fallimento, sempre possibile e mai esorcizzato, e la necessità di riproporsi reiteratamente la definizione dell’obiettivo finale, del motivo per cui si sta facendo una determinata azione, al fine di non perdere tempo in contingenze inutili o comunque secondarie.
Non so se questa metodologia sarà la via migliore per aiutare l’innovazione di prodotto e di processo. Sicuramente, però, dobbiamo fare come Niccolò III: prima di vedere nuovamente qualche “accipretem” legato “in sacculo” dovremmo iniziare a prendere dei provvedimenti!